PRINCIPI DI BASE, METODOLOGIE E TECNICHE PER L'INSEGAMENTO DELLA DANZA INTEGRATA.

 

CONTESTO

L’associazione Baldanza è una realtà che a Torino e dintorni, raggruppa da circa 30 anni, persone che amano, praticano e (ri)trasmettono le danze folcloristiche, sia quelle occitane e francesi apprese direttamente nelle nostre valli piemontesi e oltralpe, sia quelle nazionali ed internazionali imparate in stage in Italia ed all’estero.

Organizzandosi come polo aggregativo sociale e culturale, si fa promotrice della riscoperta e della divulgazione della cultura popolare nazionale ed internazionale, nelle sue manifestazioni musicali e di danze collettive.

All’interno di questa pubblicazione, porterà quindi il suo contributo a partire da un filone specifico di danza: la danza folk.

Le strutture coreografiche, così come le sequenze dei passi, in tale disciplina, sono definite: si tratta di danze in cerchio, in catena aperta, danze di figura con spostamenti ed incontri in uno spazio geometrico ben definito e danze di coppia.

La danza popolare o tradizionale è una danza appartenente ad un popolo e tramandata oralmente.

Nel suo significato tradizionale la danza era, come per noi, momento di svago, ma come atto sociale assolveva anche ad altre funzioni. Era, infatti:

  • Un rituale iterativo codificato,  rassicurante e socializzante.

  E’ un linguaggio, cioè, che creava coesione ed unione tra un gruppo di individui, ne regolava la convivenza, permetteva l’espressione dei valori comuni, offriva occasioni di scarico delle tensioni e di risoluzione dei conflitti in ambito protetto,  forniva forme di celebrazione dei momenti della vita o di invocazione di aiuto ad entità superiori.

  • Un metodo terapeutico: una struttura che offre uno spazio riconosciuto e valorizzato per l’espressione del disagio.
  • Espressione artistica e spettacolare.
  • L’organizzazione dei movimenti ritmici legati allo scopo pratico di un determinato lavoro agricolo o artigianale.

La danza folk ha le sue origini nella danza popolare, ma non è più eseguita dal popolo bensì da gruppi appassionati, più o meno specializzati.

Pur completamente slegata dai suoi significati, la danza tradizionale continua ad alimentare una pratica comunitaria, usando mezzi propri, originali ed insostituibili che altri tipi di ballo non hanno, soprattutto in termini di socializzazione, comunicazione ed integrazione.

Chi danza insieme oggi non ha, probabilmente, più nessun legame con ragioni lontane nel tempo ma, sicuramente, con il piacere che si prova nella danza. Scrive Yves Guilcher, ricercatore francese, “Penso che chiunque sia entrato in una danza tradizionale…non senta assolutamente bisogno di avere altre giustificazioni se non le sensazioni che ha provato: un’esaltazione nel sentirsi annullato come individuo, parte di un organismo vivo e capace di trasformare i movimenti dei singoli in un gesto di gruppo, da cui nasce una comunione tale da riuscire a stregare ogni partecipante”. (pag 43 “La danza tradizionale in Francia). i partecipanti si trovano ad essere legati dal ritmo e dal movimento in un’attivitàcollettiva che fa incontrare, coinvolge, integra chiunque e lo fa in modo immediato e piacevole, stimolando il sorriso.

Una realtà che porta istantaneamente l’immaginazione alla dimensione della “festa”.

Come vedremo più avanti, è proprio questa sua peculiarità che ha portato nel 2001 l’associazione ad aderire con entusiasmo alla proposta del progetto MOTORE DI RICERCA: Comunità Attiva” da parte del Comune di Torino, dando così avvio all’esperienza della “danza integrata”.

Il progetto  “MOTORE DI RICERCA: ComunitàAttiva”, nasce, infatti, nel 2001 da un’idea della Divisione Servizi Sociali, Socio sanitari, Abitativi e Lavoro - Servizio Disabilità,  in collaborazione con le Aree disabilità del Comune di Torino e con il contributo della Regione Piemonte. Il progetto invita le Associazioni e Organizzazioni no-profit della Cittàad offrire opportunitàdi incontro per promuovere, stimolare e rafforzare l’integrazione delle persone con disabilità sul territorio cittadino. Sono state coinvolte in questi anni oltre 185 Associazioni prevalentemente non specializzate nell’ambito della disabilità, per un mosaico di attivitàdi tipo ricreativo, sportivo, culturale e artistico.

All’interno di tale Progetto, l’associazione propone diverse iniziative riassunte qui di seguito.

“DIVERTIAMOCI CON LA DANZA”: Incontri settimanali di laboratorio per l’apprendimento di danze popolari internazionali semplici.

“CENE DANSOIRE”: Festa mensili, la sera di ogni ultimo venerdì del mese da settembre a maggio, con un programma che alterna momenti di presentazione delle danze preparate nei laboratori, cena condivisa in amicizia e ballo con gruppi di musicisti folk.

“DANZE IN CASCINA”: Domeniche estive fuori porta, per ballare le danze imparate durante l’anno.

“BALLANDO CON TUTTI”: Partecipazione a eventi cittadini e fiere paesane per  coinvolgere nella danza il pubblico e portare quanto imparato in altri l uoghi.

I PRINCIPI ALLA BASE DEL METODO “BALDANZA”

Ci preme qui, innanzitutto, evidenziare  che per l’associazione è venuto naturale aderire alla proposta sopra presentata: non si è dovuto, cioè, “pensare” alla danza integrata, perché il principio di fondo che ha sempre entusiasmato tutti è che la danza popolare, proprio per le sue caratteristiche, di per sé integra!

E’ armonia di gesti, espressioni, sorrisi, vicinanza che unisce magicamente e gioiosamente i partecipanti.

In questo senso, pur avendo un settore di danzatori amatoriali più esperti, a disposizione per performance di spettacolo, la caratteristica principale dell’associazione è sempre stata l’accoglienza di tutti: tutte le età, tutte le abilità, tutte le culture.

La danza popolare favorisce una reale integrazione delle diverse identitàpresenti nel movimento collettivo.

Ogni danza prevede già dall’inizio un modo di porsi nei confronti degli altri, già la postura permette un rapporto con il resto del gruppo. Procedendo nella danza, ci sono incontri e allontanamenti, intrecci e separazioni che non fanno altro che favorire e mettere alla prova i rapporti personali. Se è vero che si comunica con sguardi, sorrisi, atteggiamenti e piccoli cenni, il primo vero rapporto umano passa attraverso il contatto fisico. Non a caso quando due persone si incontrano si stringono la mano … Nelle danze si inizia quasi sempre tenendosi per mano. In molte figurazioni ci si incontra con una stretta di mano e poi ci si lascia, per rincontrarsi al giro successivo. Si intuisce facilmente la valenza pedagogica presente già solo in questi semplici gesti che servono per stabilire dei rapporti umani.

Danzare implica necessariamente il porsi nei confronti degli altri sia fisicamente che come disponibilitàemotiva. Attraverso i miei movimenti, la mia postura, il mio tono, mi esprimo e lo faccio con un linguaggio immediato, più immediato e più diretto della parola, che mi mette in comunicazione senza aver bisogno della parola.

Danzare con gli altri educa alla ricerca di un equilibrio interno personale e del modo di armonizzarsi con le persone con cui si sta danzando, e’ un modo di confrontarsi con il mondo esterno nel tentativo di trovare con esso un accordo armonico.

Nell’articolarsi di tutti i movimenti della danza, tutti i danzatori formano un’unità armonica e perchéquesto accada ognuno deve mettere il proprio impegno facendo attenzione ai vicini.

E’ danza collettiva, non solo perchéla si fa in tanti, ma perchéfunziona solo se fatta insieme. Il risultato finale è gratificante e soddisfacente solo se c’è collaborazione.

Tra l’altro, non a caso, la forma del cerchio collegato a delle coreografie è presente in tutti i paesi del mondo, presso civiltà antiche e moderne in quanto è probabilmente una delle forme più immediate e più efficaci di danza.

Il modo più antico e più usato per stare insieme è quello del cerchio.

Il cerchio permette all’intero gruppo di prendere parte al ballo in un rapporto paritetico dove tutti sono essenziali. Nella tradizione, questa forma di ballo, spesso accompagnata dal canto, non metteva in luce i singoli individui, ma poneva tutti sullo stesso piano.

Il cerchio circoscrive e fa sì che fra tutti si crei una compartecipazione che, se armonica, contribuisce al formarsi di una dinamica costruttiva.

Crea una comunione d’individui, che ne moltiplica le potenzialità e li sostiene.

Chi partecipa ha la piacevole sensazione di essere parte di un’unica realtà.

Alla base dell’operato dell’associazione c’è, inoltre, la consapevolezza della ricchezza che viene dal conoscere la musica e le danze di altre culture. E’ sicuramente un modo per avvicinarsi senza prevaricare. La danza popolare può favorire anche l'integrazione culturale e non solo di abilità, attraverso il rispetto delle originalità.

Contemporaneamente, è anche sorprendente scoprire come le danze di Paesi distanti tra loro migliaia di chilometri abbiano, in realtà, tratti profondamente comuni, in quanto legati, da sempre, ai ritmi universali della vita e della natura e all’urgenza umana di manifestare con il movimento la propria risposta emotiva ai fatti dell’esistenza.

IL METODO “BALDANZA”

L’associazione vede il momento dell’apprendimento della danza come proposta per imparare a mettersi in gioco, a conoscersi istintivamente, a comunicare  senza bisogno della  parola,  ad adattarsi, coordinare le proprie azioni con quelle degli altri, cooperare, aiutarsi reciprocamente in un clima di accettazione e di spazio per tutti, sapendo imparare dagli errori.

Riflettendo sui momenti veri e propri di insegnamento, ossia le lezioni settimanali, si può, quindi, approfondirne la metodologia.

Schematicamente gli obiettivi principali, possono esser suddivisi in tre ambiti generali:

1. L’ambito del movimento:

  • coordinazione psicomotoria, equilibrio, agilità, forza, elasticità e energia;
  • lateralità: capacità di alternare passi a destra e a sinistra, uso alternato delle mani, capacità di compiere giri in un senso e nell’altro;
  • memoria corporea;
  • organizzazione spazio-temporale;
  • consapevolezza delle potenzialità e dei limiti del corpo;
  • rispetto del corpo degli altri.

2. L’ambito della musica:

  • educazione al ritmo;
  • educazione al suono, sua percezione e comprensione: capacità di associare determinate coreografie a temi musicali.

3. L’ambito del divertimento:

  • espressività: capacità di comunicare con gli altri attraverso il gesto e il movimento;
  • socializzazione e spirito di gruppo;
  • integrazione;
  • sensibilizzazione alla cultura popolare e ai valori interculturali.

Le strutture coreografiche, in tale disciplina, sono definite, così come le sequenze dei passi; non si tratta di creazione ma neanche di trasformazione del repertorio. L’obiettivo dell’integrazione guida gli insegnanti ad utilizzare la semplificazione solo come passaggio nell’apprendimento in vista del raggiungimento della forma finale della singola danza, che permetterà a tutti di partecipare alla pari agli eventi di festa collettiva.

Sicuramente la ripetitività del gesto e del movimento e la semplicità dell’esecuzione, caratteristiche base delle danze popolari, fa di tale repertorio un materiale molto interessante.

Le tecniche, che qui vengono esposte, possono essere utilizzate singolarmente o simultaneamente a seconda delle situazioni e soprattutto del tipo di danza da insegnare.

Sicuramente l’esperienza dà all’insegnante la dimestichezza nel loro utilizzo per fornire un’offerta formativa varia, motivante ed efficace.

Uso della musica, ascolto e gestualità

Nelle danze popolari la musica non offre semplicemente un sottofondo né tantomeno una base su cui costruire una coreografia, ma è parte integrante dell’azione.

Per quanto riguarda la musica popolare da ballo il repertorio coreutico si suddivide in:

-  danze a struttura aperta: la musica definisce il ritmo dei passi ma non le figure nello spazio (es. la Quadriglia, molte Tarantelle …)

-  danze a struttura chiusa:ad ogni melodia corrisponde una parte diversa di danza (la maggioranza delle danze europee)

-  danze a struttura modulare: la musica è composta da un corto modulo musicale ripetuto sempre uguale o con piccole variazioni (es. le danze sarde, le danze bretoni, molte danze balcaniche …)

Si intuisce, quindi, facilmente l’importanza del tempo dedicato, all’interno della lezione, all’ascolto della musica.


Danzoteche

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Lezioni brevi finalizzate all'insegnamento di una danza. Nella sala B di Piazza Massaua 17 (palazzo venchi) al 2° piano


Cene "Dansoire"

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Calendario cene dansoire dal 29 settembre 2023 al 31 maggio 2024

 


Ischia 2024

Sono aperte le iscrizioni per Ischia 2024,  dal 24 al 31 agosto

 


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